Certe attività imprenditoriali portano con sé una forte carica di innovazione a beneficio di tutto il sistema, oltre a creare nuovi spazi occupazionali, ma all’inizio hanno bisogno di essere sostenute con finanziamenti seed e da qualcuno che crede fortemente nel progetto. L’avvio è una delle fasi più delicate per una startup, quella in cui ogni mossa può essere decisiva e, pur lasciando libero spazio alla fantasia di ogni imprenditore, esistono delle tappe fondamentali che lo guidano nella conquista di investimenti, quelli che gli permetteranno di giocarsi le sue carte sul mercato.
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MVP, business plan e commitment: i tre pilastri della fase seed
Fin dal principio è necessario sapere che per raggiungere il successo servono un piano solido e il giusto approccio al progetto, oltre ovviamente alle tecnologie che, se ancora embrionali, potrebbero avere bisogno anche di mentoring e supporto nello sviluppo. Questa fase è la più rischiosa ma anche la importante nella vita di una startup perché vede una tecnologia, un’intuizione da laboratorio trasformarsi in un business o per lo meno in un modello di business in cui si descrive come si ha l’intenzione di portare sul mercato il prodotto o servizio offerti, generando ricavi e profitto. Uno degli strumenti più utilizzati in questa fase è il Business Model Canvas che, grazie all’efficacia della rappresentazione grafica, rende tutto molto più chiaro, semplice e intuitivo. Ma non è sufficiente applicare uno strumento accademico per trovare l’applicazione e il business model più adatto alla tua tecnologia.
Per farlo ti occorre sintetizzare tutte le caratteristiche che la tua soluzione deve avere per poter essere di valore e, sulla base di questo, innescare un processo iterativo che ti porti ad un primo risultato accettabile: il MVP, il (Minimum Viable Product), una versione di base del proprio progetto, una sorta di prototipo avanzato e corredato da una marketing analysis che permette di testare il proprio prodotto sul mercato, con clienti reali. Prima di partire alla ricerca di finanziamenti seed, pur avendo un business model e MVP tra le mani, bisogna chiarire che è necessario che ci sia un forte commitment da parte del team che deve investire nel progetto se non risorse economiche personali, almeno tempo e conoscenze, dimostrandosi convinto e determinato del suo successo.
Dove e come cercare finanzianti seed
Un team, o uno startupper, organizzato e motivato, si trova davanti svariati soggetti e strumenti per cercare finanziamenti seed, ma ciò non vuol dire che ottenerli sia un’impresa semplice. Non avendo spesso prove concrete del valore del proprio progetto, è necessario giocarsi al meglio le proprie carte scegliendo tra tutte le opzioni migliori a seconda del contesto e degli obiettivi che ci si è posti. Ecco alcune strade che si possono imboccare, nelle diverse fasi di vita della startup o, perché no, anche contemporaneamente.
- Family & Friends: si parte giocando in casa e a volte vincendo facile ma perché non bussare alla porta di quelli che dovrebbero essere i primissimi sostenitori della startup? È anche un ulteriore segno di commitment e di esposizione personale.
- Business Angels: sono investitori informali in capitale di rischio, spesso figure imprenditoriali o manageriali animate da forte passione che, oltre al capitale, portano alla startup un aiuto manageriale, la propria esperienza, conoscenze e contatti.
- Crowdfunding: piattaforme specializzate per reperire finanziamenti dalla “folla”. Esistono tre principali tipologie di crowdfunding – donation based, reward based e equity based – e in ogni caso l’apporto è solo di capitali e mai di competenze o network.
- Incubatori e programmi di accelerazione: pur essendo dei possibili investitori sono soprattutto un sostegno alla crescita dal punto di vista di spazi, servizi e mentoring anche per lo sviluppo e l’affinamento di business model e prototipi, quindi opzione consigliata soprattutto per chi ha già reperito risorse e vuole dedicare parte di esse ai servizi che questi attori forniscono.
- Premi, grant, finanziamenti pubblici: luci e ombre per questa opportunità da soppesare con attenzione perché l’effort richiesto è notevole e non sempre ne vale la pena, oltre al fatto che spesso si incorre in una sovraesposizione mediatica con effetti negativi a lungo termine. Il lato positivo è che rappresentano una prima valutazione positiva del progetto, ma occhio a non renderli il tuo business!
- Venture Capital: in questa fase meglio una realtà snella, con tagli di investimento appropriati al livello ancora iniziale di maturità, che ti aiuti nelle scelte da prendere e ti accrediti grazie alla sua presenza nella cap table presso i migliori Incubatori ed Acceleratori, quelli più adatti a te.
To do list per essere pronti al lancio
Una volta chiare le porte a cui bussare per ottenere dei finanziamenti seed, ci sono una serie di passi da compiere in contemporanea per crescere e maturare in modo strutturato. È importante validare la propria idea e comprenderne il potenziale indagando tramite questionari o interviste se esiste un target di cliente che ha un determinato problema da risolvere. Va realizzata anche una profonda analisi dei competitor mappandone dimensione, fatturato, canali social, traffico del sito, prodotti offerti, prezzi e funzionalità presenti, stimando la dimensione del mercato in cui si desidera operare perché sarà uno dei primi elementi che gli investitori valuteranno. Per consentire alla persone di interagire con il progetto, per lo meno gli early adopters, serve un MVP come anche un business model che farà anche da guida per non navigare a vista.
La costruzione e il consolidamento del team avvengono proprio nella fase seed in cui vanno selezionate persone motivate e propositive che sposino gli stessi valori e obiettivi del founder e siano consapevoli che, per lo meno per i primi anni, la strada sarà in salita ma condivisa passo per passo. Molti la trascurano ma è fondamentale curarsi anche della parte legale del fare impresa, prima di tutto iscrivendosi al Registro delle Imprese, nella sezione speciale delle startup innovative, per assicurarsi vantaggi di natura burocratica e fiscale come l’accesso al Fondo Centrale di Garanzia per ottenere la garanzia da parte dello Stato nei confronti di un banca a cui si richiede un prestito. Sempre con un consulente legale va approfondito senza procrastinare tutto ciò che riguarda la proprietà intellettuale, i brevetti e la protezione del proprio marchio. Se si ha intenzione di uscire dalla sfera del Family & Friends per cercare dei finanziamenti seed, meglio avere poi pronto un pitch deck sintetico ma completo, per presentarsi a possibili investitori e, in pochi minuti, conquistare la propria fiducia.
C’è una soluzione che non è ancora stata citata ma che permette in fase seed di andare in cerca di finanziamenti e allo stesso tempo di compiere questa serie di passi avanti nello sviluppo del progetto e di farlo, inoltre, accompagnati da persone competenti e capaci di guardare con oggettività le potenzialità di una startup, investendo direttamente nel progetto. Si tratta degli startup studio, che affiancano le startup riducendo i tempi e i rischi del fare impresa e creano opportunità presentandosi come un nuovo canale di deal flow agli investitori tradizionali e come canale di open innovation per le aziende, anche in vista di una exit. Una strada più recente e quindi meno battuta di altre, per il momento, ma che sta dando promettenti risultati: potrebbe essere strategico essere tra i primi a imboccarla, ma anche qui bisogna fare attenzione. Gli startup studio tendono a considerare la quota dei fondatori come lo strumento per pagare in equity la loro prestazione e a essere loro a dettare la via. Ricorda, non sei un loro dipendente ma il leader o uno dei leader della iniziativa, meglio quindi anche in questo caso avvicinarsi a questa soluzione con già qualcuno nella cap table che controbilanci la tendenza avendo valorizzato ed apprezzato la tua idea imprenditoriale e non la tua attitudine a lavorare in cambio di equity. Questa è la caratteristica di un imprenditore di se stesso.