Immersi in questa atmosfera di entusiasmo per la tecnologia che si sta dimostrando sempre di più un’ottima alleata delle persone, il rischio è quello di lanciarsi in una avventura imprenditoriale illudendosi che un campo o un settore valga l’altro e che tutte le startup tecnologiche siano destinate al successo. Purtroppo, ma forse per fortuna, non è così, non basta avere un’idea e aver fatto tanta ricerca, è essenziale validarla anche dal punto di vista internazionale e cercare di comprendere come può meglio essere portata sui mercati e su quali preferibilmente puntare.
Startup tecnologiche promettenti nel post pandemia
Alzando gli occhi dal proprio punto di partenza, la prima cosa da fare è un’analisi della situazione socio-economica per identificare quali possono essere i trend su cui puntare nei mesi successivi. In questo attuale periodo si può far poco conto su dati storici e ragionare con continuità, perché la pandemia ha scompigliato le carte imponendo delle nuove priorità. Le startup tecnologiche non possono ignorarle e ignorare le nuove dinamiche che caratterizzeranno i prossimi anni, ben identificate e descritte da Gartner che, valutando gli effetti diretti e indiretti della crisi provocata dall’emergenza sanitaria, mostra come nel nuovo quadro di trend tecnologici prevalga tutto ciò che favorisce la capacità delle imprese di adattarsi a un futuro stato di emergenza e che ha a che fare con la centralità delle persone, la dislocazione e il delivery. Si va dall’Internet of Behavior all’hyperautomation fino al cloud distrubuiton e alle nuove frontiere della cyberseucurity passando per tutto ciò che migliora la user experience e lo smart working.
Analizzando quanto successo nei mesi passati, si può immaginare anche quali saranno i settori più vivaci e ricettivi rispetto alle innovazioni tecnologiche. Gli ambiti applicativi più promettenti saranno Energy, Lifescience e Healthcare, totalmente rivoluzionati dalla pandemia, il retail, monopolizzato dall’e-commerce, e il manufacturing, che riceverà importanti fondi per investire in tecnologie e rialzarsi in piedi.
Startup tecnologiche di AI tra salute, manufacturing, sicurezza e smart home
Nel 2020, Crunchbase ha contato 9.977 startup e aziende che nel mondo si occupano di intelligenza artificiale, rilevando nei primi quattro mesi del 2021 un aumento dell’8,2% rispetto al 2020 e del 14,6% rispetto al 2019. Si può considerare l’AI un trend fortemente confermato per i prossimi mesi e su cui le startup tecnologiche possono contare sperando di riuscire anche a raccogliere capitali, visto che, nell’anno appena concluso, i fondi investiti in nuove imprese di quest’ambito sono stati pari a 27,6 miliardi di dollari. Ciò a cui bisogna stare molto attenti sono gli ambiti applicativi perché, pur avendo tra le mani un’ottima idea, se si sbaglia la direzione in cui trasformarla in business si rischia di perdere tanto tempo e anche preziose occasioni che non sempre si ripresentano.
Puro effetto della pandemia, l’intelligenza artificiale ha finalmente trovato il suo spazio nella settore salute, dimostrando al mondo la sua importanza; ma è riuscita a dare una mano in modo significativo anche in altri ambiti applicativi in cui è ormai fondamentale come il manufacturing, per la manutenzione predittiva o la gestione dei consumi energetici, nella cyber security per stare al passo degli hackers che la usano, e nelle smart home e smart city per immaginare una nuova normalità.
La X-Reality nel turismo e nel training disegna una nuova normalità
La X-Reality non è una tecnologia già sulla bocca di tutti come l’intelligenza artificiale, ma sta guadagnando terreno e appassionando molti settori. Anche le startup tecnologiche che ci stavano puntando hanno beneficiato dell’effetto pandemia che ha reso l’annullamento della distanza una improvvisa priorità. La possibilità di far convivere realtà fisica, realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR) o realtà mista (MR), grazie a strumenti hardware, software e sensori, per alcuni settori è un’opportunità unica per riprendere le proprie attività in modo sicuro, guardando al futuro incerto con maggiore fiducia. ABI Research, società di consulenza globale, stima che tale mercato supererà da solo i 140 miliardi di dollari entro il 2025, trainato da alcuni ambiti applicativi che già oggi mostrano segni promettenti.
Oltre a un primo forte impatto della XR nel settore dell’healthcare, con specifiche applicazioni di education, training e supporto a specialisti oltre che – a tendere – l’utilizzo in tempo reale in sala operatoria ein quello dell’entertainment con sorprendenti effetti immersivi per rendere l’esperienza dell’utente totale e reale, particolarmente popolati di startup tecnologiche, la X – Reality è penetrata anche nel turismo, trasformando le esperienze di viaggio e visita, e nel training aziendale e universitario rendendolo immersivo e quindi più inclusivo ed efficace. Anche l’automotive ha colto i vantaggi soprattutto della realtà aumentata per incrementare la sicurezza del driver mentre retail, edilizia e marketing stanno cominciando ad adottare strumenti di AR e VR proponendo esperienze interattive fino a qualche anno fa impensabili.
Startup tecnologiche: ambiti su cui scommettere
Di fronte a un panorama così variegato e ricco, ma anche molto affollato, di startup tecnologiche, per chi ne sta per lanciare una è difficile orientarsi. L’istinto potrebbe suggerire di gettarsi in tutti quegli ambiti applicativi nominati e che sembrano non aspettare altro che nuove imprese da finanziare, ma non è del tutto così. Soprattutto in settori sotto i riflettori e su cui anche alcune big tech hanno messo l’occhio, può essere poco conveniente inserirsi rischiando di vedere ignorata la propria idea. Sarebbe necessario riuscire a individuare ambiti applicativi alternativi, magari più acerbi ma più ricettivi e disposti a scommettere sulle startup tecnologiche con poca storia da raccontare ma con una proposta valida. Per farlo, meglio rivolgersi a chi ha esperienza sia di tecnologia che dei diversi mercati, che può assieme al team esplorare le diverse direzioni di business possibili senza cadere nel banale, nell’ovvio e nel poco promettente.